MOBILITÀ CICLISTICA
tratto dal sito: http://news.comune.fi.it/ecoequo/pages/mobilita_ciclistica.htm
Può servire a migliorare il mondo un semplice e banale gesto come andare in bicicletta? Sì, eccome!
Possiamo cominciare con la vivibilità cittadina: la pessima qualità dell’aria, il rumore che in zone e orari particolari diventa insopportabile, il pericolo per la propria incolumità a causa degli incidenti stradali. Poi, allargando lo sguardo, possiamo pensare alla nostra società centrata sull’uso dei combustibili fossili e quello che ne consegue, ai pericoli causati dai cambiamenti climatici e così via.
Considerando che in città la maggior parte degli spostamenti è inferiore ai 5 chilometri, possiamo davvero considerare la bicicletta uno strumento fondamentale per promuovere la giustizia, la vivibilità cittadina e il risparmio delle risorse del pianeta. |
CHE COS’E’
La mobilità ciclistica è un modo di vivere la città leggero, educato, rispettoso. Lo strumento fondamentale è la bicicletta.
Cominciamo a dire cosa non è la bicicletta: non è solo un giocattolo, da usare la domenica per fare qualcosa di diverso; non è solo un attrezzo sportivo, da usare per correre lontano e misurarsi con il cronometro o sfidarsi tra amici.
La bicicletta, sembra impossibile, è soprattutto un mezzo di trasporto. In molti paesi, soprattutto del nord Europa, è normale andare in bici al lavoro, a scuola, a fare la spesa. E’ normale anche usare la bici per fare dei veri e propri viaggi.
In Italia, che sarebbe climaticamente più favorevole della Danimarca o dell’Olanda, la promozione dell’uso della bicicletta da parte delle amministrazioni pubbliche è limitato a pochissime città, di cui Ferrara è la capofila.
La mobilità ciclistica non è la soluzione alla congestione delle nostre città, ma potrebbe giocare un ruolo molto importante per la riduzione dell’inquinamento atmosferico e da rumore, per la riduzione dello stress e anche per migliorare la salute grazie all’attività fisica.
E’ razionale andare tutto il giorno in auto o motorino e poi passare un’ora in palestra su una cyclette?
A COSA SERVE
Abituati come siamo a vivere in una società autocentrica non ce ne rendiamo conto, ma il numero delle biciclette che percorrono le strade del pianeta è molto più grande di quello delle auto. Se consideriamo che nel mondo sono in circolazione “solo” 600 milioni di auto, ci rendiamo conto quanto questo mezzo sia “elitario” e simboleggi lo squilibrio tra nord e sud del pianeta. Questo stesso pianeta sarebbe in grado di sopportare ad esempio “solo” altri 300 milioni di auto? Per questo, anche nell’uso dell’auto è importante un “dimagrimento” da parte nostra, usandola con più responsabilità e parsimonia.
Trasferire una parte dei propri spostamenti dall’auto (o moto) alla bici significa ridurre i consumi di combustibili fossili, la produzione degli inquinanti, il pericolo per l’incolumità propria e altrui.
Significa anche aver bisogno di minor spazio per strade e parcheggi, potersi muovere con più serenità, vivere la città invece di usarla.
Alla fine, possiamo pensare che andare in bici è un modo per costruire la pace, la giustizia e il rispetto dell’ambiente in modo concreto e partendo dalla propria città. In questa prospettiva potremo anche pensare quanto il nostro stile di vita così accelerato sia rispettoso della nostra città e di noi stessi.
LA LEGGE IN MATERIA
Le principali leggi in materia sono due: il codice della strada e il decreto ministeriale 30 novembre 1999, n. 557 “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”.
La bicicletta (tecnicamente chiamata “velocipede”) è considerata un veicolo a tutti gli effetti. Tra le altre cose, è obbligatorio avere montato un campanello, i freni con funzionamento separato sulle due ruote, un faro anteriore e uno posteriore in caso di utilizzo con scarsa visibilità. E’ ammesso il trasporto di un solo passeggero, fino ad otto anni di età e su un apposito seggiolino.
I ciclisti devono viaggiare su un’unica fila e mai affiancati in numero superiore a due, (fuori città solo affiancando un bambino fino a 10 anni). Infine, occorre lasciare sempre almeno una mano sul manubrio e viaggiare obbligatoriamente sulle piste ciclabili dove presenti.
CHI SE NE OCCUPA IN ITALIA
La bicicletta viene promossa a livello “istituzionale” e a livello “informale”
L’uso della bicicletta è promosso istituzionalmente, oltre che da associazioni ambientaliste come il WWF e Legambiente, in modo specifico dalla FIAB, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (www.fiab-onlus.it).
Come dice la parola, la FIAB è la federazione di numerose associazioni di promozione ciclistica presenti in tutta Italia. Come Federazione, promuove iniziative nazionali come Bimbinbici (per promuovere l’uso della bici tra i bambini), il cicloraduno annuale e anche pubblicazioni, studi e progetti sulla situazione e per lo sviluppo della mobilità ciclistica in Italia .
Oltre a questo tipo di presenza “istituzionale”, c’è il livello “informale”, che fa dell’uso della bici un vero e proprio uso “politico”, contestando lo strapotere della cultura dell’automobile e l’inquinamento fisico e mentale causato da questa. Si tratta di esperienze che spesso si intrecciano tra loro e anche con chi aderisce alle associazioni vere e proprie.
Da qualche anno è arrivato il fenomeno “Critical Mass” (www.criticalmass.it), definita una “coincidenza organizzata” che si ripete in varie città con cadenza periodica e sfrutta internet come mezzo di scambio e condivisione delle idee. Critical Mass non è un’associazione, non è un gruppo ma un insieme di persone che si ritrova e percorre le strade della propria città per riappropiarsene e per mostrare “agli altri” che anche i ciclisti “sono” il traffico.
Durante il G8 di Genova, alcuni manifestanti sono arrivati a Genova usando la loro bicicletta, proprio perché “la bici è un simbolo per dire al movimento: “l’altro mondo possibile ha senso se cambiamo i nostri comportamenti”. Da allora, i ciclisti di Bici G8 (così si sono chiamati, www.bicig8.org) hanno fatto numerosi viaggi di testimonianza e conoscenza: al Forum Sociale Europeo di Firenze, nella Sicilia dell’antimafia, al vertice G8 di Evian e altri ancora.
Ultime nate sono le ciclofficine: principalmente in alcuni centri sociali, alcuni locali sono gestiti da appassionati della bici che, insieme, montano e smontano vecchi rottami ricavandone altre funzionanti, inventano bici dalle forme fantasiose, insegnano a tutti a fare manutenzione al proprio mezzo.
CHI SE NE OCCUPA A FIRENZE
A Firenze la mobilità ciclabile a livello istituzionale è promossa da due associazioni:
Firenzeinbici Onlus (www.firenzeinbici.net), aderente alla FIAB,
c/o Libreria Claudiana, Borgo Ognissanti Firenze, ogni lunedì in orario 18.30-19.30
info@firenzeinbici.net
Associazione Città Ciclabile ( www.firenzecittaciclabile.org )
Via S. Agostino 19, Firenze, ogni giovedì in orario 18.30-19.30
info@firenzecittaciclabile.org tel. 055.268181
A livello informale abbiamo:
Critical Mass, di cui è possibile avere informazioni sul sito www.criticalmass.it , alla voce “Firenze” e anche alla pagina http://www.firenzeinbici.net/criticalmass
Due luoghi “virtuali”, aperti a tutti, in cui i ciclisti possono scambiarsi idee, opinioni e consigli sono i forum telematici del sitowww.firenzeinbici.net al link www.firenzeinbici.net/forum/forum/default.asp e quello del gruppo fiorentino di critical masswww.inventati.org/mailman/listinfo/cm-firenze
A Firenze, oltre che presso alcuni negozi, è possibile noleggiare una bicicletta presso i principali parcheggi a pagamento. Il servizio di noleggio è gestito dalla cooperativa Ulisse. (informazioni: Via Galeotti 7/9 – 50136 Firenze (FI) tel: 055 6505295 fax: 055 6506028).
La cooperativa Ulisse (che occupa persone svantaggiate) ripara e recupera le vecchie biciclette abbandonate alla depositeria comunale, rivendendole periodicamente a prezzi vantaggiosi.
CHE FARE
La principale obiezione di chi non usa la bicicletta è che non ci sono piste ciclabili e che è pericoloso. D’altra parte, le amministrazioni pubbliche non sono stimolate a promuovere l’uso della bicicletta perché non ci sono sufficienti utilizzatori. E’ la classica storiella del cane che si morde la coda, ma da qualche parte si deve cominciare.
Comunque, negli ultimi anni il numero dei ciclisti urbani è notevolmente accresciuto, anche a causa del costo della benzina, dei parcheggi, dell’aumentata sensibilità ambientale e anche perché usare la bicicletta è molto semplice e pratico.
E per cominciare, come fare?
1. Quale bicicletta
La prima risposta è: qualsiasi bicicletta va bene. La nostra città è prevalentemente pianeggiante e di piccole dimensioni, due condizioni ideali per spostarsi velocemente e senza affanni da una parte all’altra. Per iniziare va benissimo la vecchia bici che teniamo in cantina. Poi, prendendoci gusto, si può pensare ad un modello più moderno e veloce, magari con il cambio.
Telaio in acciaio o in alluminio? Anni fa i telai in alluminio erano molto rari, oggi succede quasi l’opposto, per cui è difficile trovare una bici di buona qualità in acciaio. Su questi due tipi di materiali ci sono due diverse fazioni di ciclisti, ognuna con la convinzione di aver scelto il materiale migliore. In due parole, l’alluminio è più leggero dell’acciaio, ma è più rigido
Attenzione però: prima di acquistare qualche bicicletta in superofferta, verificare sempre che si tratti di un mezzo di buona qualità, senza farsi trarre in inganno da colori sgargianti e forme stravaganti. Meglio una bici senza forcella ammortizzata e altri fronzoli, ma con freni e cambio di buona qualità. Infine, per un uso cittadino in ogni stagione, verificate che la bici abbia fari, parafanghi e portapacchi.
2. Sicurezza
La prima regola per viaggiare sicuri in bici è quella di essere sicuri e decisi, ma non spavaldi. Evitare di cambiare traiettoria improvvisamente, anzi, segnalare sempre una svolta alzando il braccio. Non ascoltare mai musica e altro con cuffiette e auricolari.
Cercare di essere sempre ben visibili, quindi campanello e luci funzionanti. Possono servire anche i catarifrangenti (bianchi o arancioni) da mettere tra i raggi delle ruote, così come può essere utile indossare le strisce catarifrangenti o addirittura i gilet ad alta visibilità usati in auto.
Infine, può essere consigliato l’uso del casco e, se dà più sicurezza, dello specchietto retrovisore.
E’ vietato dal codice della strada, ma se alcuni tratti sono pericolosi, meglio passare sul marciapiede lasciando la precedenza ai pedoni e ricordando che siamo loro ospiti.
3. Abbigliamento
Usando la bicicletta, la stagione fredda si accorcia di due-tre mesi: il movimento, superati i primi momenti, permette di usare la bici agevolmente anche con i climi più rigidi.
L’abbigliamento da utilizzare è soggettivo, per cui questi consigli sono da adeguare alla propria capacità di sopportare le temperature esterne.
E’ importante adeguare il proprio abbigliamento a questa nuova attività, senza vestirsi troppo. Anche il giubbotto esterno può essere di questi nuovi materiali impermeabili-traspiranti, molto pratici e utilizzabili dappertutto. Andando in bicicletta, potrebbe essere inutile acquistare anche giubbotti imbottiti di piuma o pile. In inverno possono essere molto utili anche i guanti, un cappello e una sciarpa.
Con la bella stagione sono molto utili gli occhiali da sole.
Un consiglio finale: se possibile, tenere sempre una maglietta di ricambio in ufficio, in un armadietto o in un cassetto della scrivania. Potrebbe sempre servire.
4. Parcheggiare sicuri
Se non abbiamo modo di tenere la bicicletta in un posto chiuso e sicuro come un garage o una cantina, è fondamentale acquistare un robusto lucchetto antifurto. Lasciando perdere quelli colorati “a spirale”, che sono quasi inutili, conviene indirizzarsi verso un tipo con catena e lucchetto oppure di quelli “ad archetto”. Purtroppo, maggiore è l’affidabilità e la sicurezza data da un lucchetto, maggiore è il suo peso.
La soluzione migliore per parcheggiare la propria bici è di legarla ad un sostegno ben stabile, bloccando sia la ruota che il telaio. Se la bici deve rimanere fuori a lungo, meglio ancora se si blocca anche l’altra ruota.
Se non è diversamente indicato, secondo il codice stradale la bicicletta può essere parcheggiata per strada come un qualsiasi altro mezzo. Invece, dove è indicato il parcheggio per le sole auto (per esempio nella ZCS) o per i soli motocicli non è permesso parcheggiare, pena la rimozione: in questi casi, i soli luoghi dove è possibile parcheggiare la bicicletta è la rastrelliera. Attenzione: secondo il codice della strada non è possibile parcheggiare le biciclette sui marciapiedi, anche se le rastrelliere sono già piene o non ci sono. Anche se quindi il parcheggio sul marciapiedi viene fatto perché mancano alternative, si rischia la rimozione.
L’enorme quantità di ciclisti che si muove in città avrebbe quindi bisogno di un maggior numero di rastrelliere a disposizione, di qualità migliore: quelle attualmente in uso in città non permettono di legare saldamente ruota e telaio, a meno di usare una catena molto lunga.
5. Portare i bambini
I soli passeggeri che possono essere tarsportati su una bici sono i bambini fino ad otto anni. I più piccoli possono essere portati sul seggiolino anteriore, mentre i più grandi su quello posteriore.
E’ consigliabile portare, appena possibile, i bambini sul sedile posteriore, perché quello anteriore rende la pedalata più instabile. Inoltre, legare sempre i bambini con la cintura.
Per entrambi i seggiolini, verificare che abbiano una protezione che impedisca ai piedini di infilarsi tra i raggi (con conseguente pericolo di caduta), oppure se mancante, di comprarne una.
All’acquisto, specialmente per i seggiolini posteriori, verificare che il seggiolino sia compatibile con la propria bicicletta.
All’estero sono molto usati i carrellini da attaccare alla bicicletta. Da noi sono rarissimi, inoltre il codice della strada non è molto chiaro sulla possibilità di usarli.
6. Se piove
E’ possibile andare in bici anche con la pioggia, senza grandi disagi purchè adeguatamente equipaggiati. Innanzitutto, evitare di andare in bici con l’ombrello, pericoloso e poco efficace.
Il capo di abbigliamento più utile è senz’altro un poncho impermeabile di misura adeguata, che permetta di coprire noi e il manubrio, creando una sorta di tenda che ci mantenga al coperto, ma senza finire tra i raggi. I poncho migliori hanno un inserto trasparente nel cappuccio in modo da permettere di vedere chi arriva dai lati.
Un buon paio di scarpe dovrebbe poi fare il resto.
Anche in questo caso, è consigliabile, se possibile, tenere in ufficio un cambio per ogni evenienza: una camicia, un paio di calzini, un paio di pantaloni.
Usare la bici con la pioggia richiede comunque una certa cautela: gli automobilisti sono più imbranati e la bici ha i freni bagnati: moderare la velocità e tenere sempre gli occhi aperti.
7. Portare oggetti
Usando la bici, a volte potrebbe essere necessario portare qualcosa: un giornale, qualche acquisto e così via. La scelta più semplice è quella di usare una borsa o un normale zainetto: utile per portare poche cose per brevi percorsi, ma che diventa scomoda allungando il percorso.
Esistono anche degli zainetti particolari per ciclisti, con uno speciale telaio che tiene staccato lo zaino dalla schiena e quindi diminuendo la possibilità di sudare sulla schiena.
La soluzione migliore è quella delle borse da mettere sul portapacchi posteriore: è possibile trovarne di varie forme e prezzi e permettono di portare molte cose, compresa la “spesa” quotidiana.
E’ possibile, ma è difficile, trovare anche dei carrelli da attaccare alla bicicletta, ma, come per i carrelli porta-bambini, il codice della strada non è chiaro sulla loro conformità.
8. Manutenzione
La semplicità costruttiva della bicicletta permette di fare una piccola manutenzione del mezzo con poca spesa. I materiali che si usurano di più sono gli zoccolini dei freni, poi i copertoni. Per il resto, la bicicletta è praticamente eterna o quasi. In pratica, si possono percorrere 3.000 km in un anno (sembrano tanti, ma basta fare un viaggio casa-ufficio-casa di 10 km al giorno in un anno per percorrere 2.200 km) spendendo 20-30 euro o meno.
L’inconveniente più ricorrente è la foratura: se si ha l’accortezza di portarsi dietro un kit di riparazione (camera d’aria, levafascioni e pompa), si può sostituire la camera d’aria bucata e ripartire in una decina di minuti. E’ possibile ridurre il rischio di foratura sostituendo i copertoni della bici quando cominciano ad usurarsi e, soprattutto, acquistando modelli di buona qualità.
Per il resto, è sufficiente oliare la catena ogni tanto (in special modo quando comincia a cigolare). Se la bicicletta rimane spesso alle intemperie, è necessario oliare catena e cambio un po’ più spesso.
Fare attenzione a non ungere il cerchione: i freni potrebbero slittare e quindi non essere in grado di frenare.
9. Treno più bici
Da alcuni anni, con alterne vicende, è possibile trasportare la bicicletta sui treni. E’ possibile farlo portando direttamente la bicicletta, pagando uno speciale biglietto per la bici, sui treni che hanno indicato sull’orario il simbolo della bicicletta. Il biglietto ha validità di 24 ore dalla convalida. Si tratta generalmente di treni regionali, ma è possibile farlo anche su alcuni treni internazionali.
Smontando la bici e trasportandola in un apposita sacca-valigia è possibile portarla come bagaglio su tutti i treni e senza pagare alcun supplemento.
10. Internet
Non sorprenda il collegamento tra la bicicletta e internet: gli utilizzatori più appassionati della bicicletta utilizzano internet per diffondere consigli, segnalare problemi, spiegare la manutenzione, raccontare viaggi ed esperienze. Tramite internet è possibile scoprire che cosa sta succedendo alla Critical massi di San Francisco (dove è nata), come viene gestita la mobilità ciclistica a Ferrara, Monaco, Copenaghen e persino come riuscire ad andare in bici sulla neve.
Sembra sciocco a dirlo, ma un forum su internet di ciclisti della stessa città può essere una miniera di informazioni. e anche l’occasione di conoscere altre persone appassionate.
11. Azione politica
Chi comincia ad andare in bici, si scontra ben presto con la situazione caotica del traffico delle nostre città: poche piste ciclabili, poche rastrelliere, poca attenzione per i cilcisti quando vengono aperti dei cantieri.
Non solo: tutta la mobilità cittadina è studiata unicamente per chi si muove in auto o moto, basti pensare alla quantità di sensi unici presenti in città che costringono i ciclisti a fare giri più lunghi su strade trafficate. Inoltre, per favorire la mobilità ciclistica sarebbe importante, oltre alla costruzione delle piste ciclabili, avere degli interventi di “moderazione del traffico”, cioè pensare a strade, specialmente nelle zone residenziali, dove è fisicamente impossibile andare a velocità elevate.
Per ottenere tutto questo, a volte è necessario segnalare agli amministratori e ai tecnici comunali quello che non va: può essere fatto singolarmente, come gruppo o con l’appoggio di un’associazione, anche se non è detto che la richiesta venga esaudita.
12. Cicloturismo
Molto amato nei paesi del nord Europa, lentamente anche da noi sta prendendo piede il cicloturismo, una forma eccellente di turismo sostenibile.
In paesi come la Germania, l’Austria, la Danimarca e l’Olanda ci sono vere e proprie reti di percorsi cicloturistici lunghe centinaia di chilometri, percorribili in sicurezza e tranquillità.
Si possono fare viaggi di una giornata, magari usando anche il treno, o persino di più giorni.
Rispetto all’uso cittadino della bici, per fare il cicloturismo è necessario avere un minimo di preparazione fisica anche se non è necessario aver fatto chissà cosa. Tutto sarà comunque proporzionato al viaggio che si ha intenzione di fare, perché è diverso viaggiare tra i passi alpini o nella campagna toscana.
Per le gite di una giornata basta portare con sé acqua, qualcosa da mangiare e, se serve, una cartina.
La preparazione di un viaggio vero e proprio comincia dallo studio dei percorsi e dalla valutazione delle capacità fisiche proprie e del gruppo: la lunghezza delle tappe, l’altimetria del percorso, la possibilità di usare il treno per fare tratti di percorso più difficoltosi o meno significativi. (vedi post “Allenamento” e “Alimentazione”)
Il viaggio sarà diverso a seconda del tipo di “indipendenza”che vogliamo: se dormire sempre in albergo (e quindi il bagaglio è ridotto), se dormire in tenda e, infine, se dormire in tenda ed essere indipendenti anche per i pasti, il che aumenta notevolmente il bagaglio da trasportare.
Il cicloturismo permette al ciclista-turista di calarsi davvero nel paese che sta percorrendo, guardando da vicino le persone che lo abitano e gustando i cambiamenti del paesaggio man mano che scorrono i chilometri.
L’elenco sopracitato non è da ritenersi esaustivo, ma è suscettibile di integrazioni: si ringraziano cittadini ed utenti che vorranno comunicarci ulteriori indirizzi di enti ed associazioni operanti secondo i canoni della sostenibilità nella tematica in questione.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Libri di filosofia ciclistica, consigli, esperienze
Autori vari
Manuale di sopravvivenza ciclica urbana
Editrice Terre di Mezzo, euro 10,00
Gianni Catania
Amica bicicletta
editrice Gruppo Abele, fuori produzione
Sabina Morandi
La filosofia morale della bicicletta, ovvero come sopravvivere (e diventare saggi) pedalando in città
editrice Zelig, euro 9,30
L’approccio della filosofia nell’uso della bici. Spassoso.
Travis Hugh Culley
Il messaggero – L’arte di andare in bicicletta & il caos della metropoli
editrice Garzanti, euro 15,00
E’ la storia dell’autore, bike-messenger a Chicago, e del suo rapporto con il mondo sommerso dei ciclisti urbani
(a cura di) C. Carlsson
Critical mass. L’uso sovversivo della bicicletta
editrice Feltrinelli, euro 16,00
Emilio Rigatti
Minima pedalia. Viaggi quotidiani su due ruote e manuale di diserzione automobilistica
editrice Ediciclo, euro 13,00
Trasformare in un viaggio lungo un anno gli spostamenti casa-lavoro-casa. Da leggere, anche per il manuale e per i saggi consigli in appendice.
Didier Tronchet
Piccolo trattato di ciclosofia – il mondo visto dal sellino
editrice Net, euro 7,30
racconta le storie dell’autore, giornalista e umorista parigino, in giro con la sua bici per le strade della capitale francese
Documentazione
Commissione europea – Direzione ambiente
Città in bicicletta, pedalando per l’avvenire
distribuzione gratuita
(è possibile richiederlo direttamente all’ufficio pubblicazioni della Commissione europea – www.bookshop.eu.int – oppure scaricarlo -attenzione: circa 1,5 Mb- al link
http://europa.eu.int/comm/environment/cycling/cycling_it.pdf )
Manuale per l’uso della bicicletta
scaricabile al link
www.tmcrew.org/eco/bike/criticalmassroma/manuale/manuale.pdf (attenzione: 1,4 Mb)
Cicloturismo e viaggi
Luigi Bairo:
Bella bici, vita e viaggi in bicicletta
editrice Stampa alternativa, euro 4,13
è un manuale di tecnica con appunti di viaggio e consigli vari
Aldo Maroso, Alberto Fiorin
Strade d’oriente. In bicicletta da Venezia a Pechino
editrice Ediciclo, euro 14,50
Guillaume Prébois
Il mio Danubio. In bicicletta lungo il fiume d’Europa
editrice Ediciclo, euro 13,00
Paolo Rumiz, Francesco Altan:
“Tre uomini in bicicletta”
editrice Feltrinelli, euro 9,00
Emilio Rigatti:
“La strada per Istanbul”
editrice Ediciclo, euro 14,00
Questi ultimi due libri sono il resoconto del viaggio in bicicletta che i tre amici hanno fatto da Trieste a Istanbul. Eccezionali (specialmente quello di Rigatti) per entrare davvero nella filosofia del viaggio fatto con la bici.
Matteo Scarabelli
Europa, Europa!
editrice Ediciclo, euro 16,00
Zenone Sovilla
“Bicicrazia”
editrice Nonluoghi. euro 10,00
LINK UTILI
Associazioni
– Fiab www.fiab-onlus.it
– Associazione città ciclabile www.firenzecittaciclabile.org
– Firenzeinbici Onlus www.firenzeinbici.net
Forum di discussione:
– Firenzeinbici www.firenzeinbici.net
– Critical mass https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cm-firenze, http://www.facebook.com/profile.php?id=100000888237873
Altri gruppi di interesse
– Critical mass www.criticalmass.it
– Critical mass (sito internazionale) http://www.critical-mass.org/
Pensatori e poeti pedalatori
– Arte in bici www.hypertextile.net/arteinbici/index.htm
– Movimento fisso www.movimentofisso.it/
– Ciclistica www.ciclistica.it
– I patiti della ruota fissa http://204.73.203.34/fisso/
– Bicicrazia www.bicicrazia.it
– Raccolta di consigli tecnici http://www3.autistici.org/criticalmass/wiki/doku.php?id=tec:technicume
Cicloturismo
– Trento bike pages www.trentobike.org
è probabilmente il sito di itinerari e diari di viaggio più ricco del mondo del web.
http://www.bulgaria-italia.com/bg/info/viaggi/emilio.asp
http://www.repubblica.it/online/tre_uomini_in_bici/tre_uomini_in_bici.htm
Due sintesi del viaggio Trieste-Istanbul dell’irresistibile trio Altan-Rigatti-Rumiz